Caro collega di tecnologia,
la pubblicazione di una nuova revisione delle Indicazioni Nazionali per il curricolo del primo ciclo mi sollecita a scriverti questa lettera con la quale mi propongo di condividere con te qualche riflessione sulla tecnologia e il suo insegnamento e più in generale sulla scuola, nella speranza che possano esserti di una qualche utilità nel tuo non facile cammino lavorativo e di studio.
Per prima cosa ti voglio dire che la nostra è una materia scolastica davvero fondamentale e concorre in modo decisivo al processo di formazione dei ragazzi e dei cittadini. Non dubitare di questa affermazione anche se, come certo avrai constatato, essa non gode di particolare seguito e approvazione nell’ambiente scolastico. Le ragioni di questa minore considerazione della nostra materia hanno origini lontane e si alimentano spesso di preconcetti e di pregiudizi, particolarmente riguardo al valore formativo di attività pratiche e operative; in altri casi derivano purtroppo dall’operato di nostri colleghi tecnologi che non hanno saputo pienamente valorizzare e far apprezzare la propria disciplina, screditandola agli occhi di allievi e colleghi e riducendola in alcuni casi ad una grigia accozzaglia di improbabili attività manuali o meramente nozionistiche. Queste circostanze non dovranno intaccare la Tua piena consapevolezza, e forse anche l’orgoglio, di essere titolare di un insegnamento tra i più importanti all’interno del curricolo del primo ciclo.
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(immagine tratta da un contributo di F. Riotta) |
L’importanza di questa disciplina come puoi ben capire, deriva dal fatto di porsi come crocevia ineludibile rispetto alle questioni più importanti che riguardano e interessano ogni ambito della nostra società, dalla produzione ai servizi, dai trasporti alle telecomunicazioni, dalla medicina all’alimentazione, dalle biotecnologie all’intelligenza artificiale. Le sfide poste all’umanità da una società sempre più complessa, sfide che coinvolgono e interessano direttamente il variegato mondo della scuola, possono trovare - se guardate attraverso le peculiari lenti della pratica tecnologica - efficaci e preziosi spunti per essere affrontate con successo. D’altra parte sai bene che la tecnologia, nelle sue varie articolazioni e declinazioni, rappresenta ormai un oggetto di indagine fondamentale e imprescindibile tanto per le scienze naturali (biologia, fisica, chimica, ecc) che per le scienze umane (psicologia, pedagogia, sociologia, ecc). Quello dell’artificiale costituisce insomma ormai da tempo uno degli orizzonti culturali e dei criteri di interpretazione e di lettura della realtà che fondano il nostro sguardo sul mondo, rappresentando uno snodo cruciale per qualunque filosofia.
Molto è stato fatto negli ultimi 30 anni da ricercatori, studiosi e pedagogisti per definire e consolidare l’apparato epistemologico di questa giovane disciplina in modo da legittimarne la presenza in tutto il percorso scolastico, dalla scuola materna alla scuola secondaria di primo grado. Posso dirti con sicurezza che poche discipline hanno conosciuto un lavoro collettivo e appassionato di studio e di ricerca sui propri fondamenti culturali e sulle modalità del proprio insegnamento come ha conosciuto la tecnologia; e possono testimoniarlo le decine di convegni, seminari, pubblicazioni che dalla sua introduzione nella scuola - prima come Applicazioni Tecniche, poi come Educazione Tecnica, infine come Tecnologia - hanno accompagnato il suo cammino; fondamentale a tale proposito è stato il ruolo dell’associazione ANIAT, vero cantiere culturale e di idee nel quale si è via via sviluppata e consolidata l’identità di questa straordinaria materia di insegnamento.
Il testo delle Indicazioni Nazionali recentemente approvato rappresenta una tappa fondamentale in questo lento processo di legittimazione e stabilisce in modo chiaro, univoco e definitivo la presenza della tecnologia come materia di insegnamento lungo l’intero arco curricolare del primo ciclo. Sei quindi erede, caro collega, di un poderoso lavoro di studio e di ricerca, sia terorica che sul campo, del quale puoi apprezzare i preziosi frutti; nello stesso tempo non puoi non avvertire la responsabilità di contribuire, con il tuo impegno e con l’entusiasmo di chi si affaccia al mondo della scuola, al consolidamento e al potenziamento di quanto fatto da chi ti ha preceduto.
In un passato non troppo lontano l’insegnante di tecnologia aveva nella scuola un ruolo sussidiario e ancillare e svolgeva spesso mansioni di servizio sia dal punto di vista della organizzazione scolastica che della didattica. Ciò rispecchiava la supposta subalternità della tecnologia sul piano culturale e dipendeva dalla scarsa legittimazione del suo profilo disciplinare, condizione questa non di rado avvertita e condivisa dagli stessi insegnanti della nostra materia. Oggi è tempo che si completi, anche grazie al tuo apporto, quel lento processo di emancipazione che ha portato, nella quasi totalità dei casi, la considerazione dell’insegnamento della tecnologia allo stesso livello degli insegnamenti tradizionalmente ritenuti pià importanti (come italiano, matematica, ecc)
Allora, insegnare tecnologia oggi (e sempre di più nel prossimo futuro) significa innanzitutto seguire e prendere parte a un dibattito culturale di ampio respiro teso a comprendere, ma anche a ridisegnare, le complesse strutture e i meccanismi che regolano il funzionamento della nostra società, bisognosa di un costante lavoro di innovazione e di adattamento. La vocazione interdisciplinare della tua disciplina ti porterà quindi con il tempo ad ampliare gli interessi e a consolidare le conoscenze in tutti i campi del sapere nei quali la tecnologia svolge un ruolo significativo, sia in quanto cornice o scenario generale di riferimento, che in quanto oggetto di studio, elemento emergente interno a quel dato settore. E’ tempo che l’insegnante di tecnologia dialoghi e si confronti con esperti di ogni disciplina o sapere, superando antichi complessi di inferiorità e infondati timori reverenziali; solo così la società, e la scuola in particolare, potrà beneficiare del suo peculiare discernimento.
La tua formazione e la tua preparazione, probabilmente arricchite da esperienze lavorative significative anche al di fuori del mondo scolastico (caratterisitica questa di noi insegnanti di tecnologia), ti rendono un professionista duttile e versatile, particolarmente adatto per assumere ruoli e compiti delicati all’interno della complessa organizzazione scolastica, soprattutto in una fase storica nella quale alla scuola è sempre di più richiesto un atteggiamento aperto ai rapporti con le altre scuole e con il territorio. Oggi più che mai, la necessità di governare la scuola secondo sani principi e valori di tipo gestionale e improntati alla qualità e al miglioramento continuo suggerisce il tuo ‘utilizzo’ in ruoli nevralgici all’interno del tessuto scolastico e ti chiama a speciali assunzioni di responsabilità. In questo scenario di trasformazione sei chiamato inoltre a dedicarti allo studio e all’approfondimento delle problematiche connesse all’innovazione tecnologica e organizzativa della scuola, oltre che ai processi di formazione e di aggiornamento degli insegnanti, indispensabili per sostenere e accompagnare ogni tipo di cambiamento e miglioramento.
Le tecnologie dell’informazione costituiscono probabilmente un ambito nel quale puoi vantare conoscenze e competenze superiori alla media che caratterizza l’ambiente scolastico. Dovrai quindi mettere a disposizione della scuola questo tuo bagaglio di conoscenze; ma ti viene richiesto, anche se non sempre in modo esplicito, di contribuire non tanto su un piano operativo e tecnico-pratico (configurazione, manutenzione, acquisto, ecc) quanto a livello progettuale e - aspetto molto importante - a livello culturale con particolare riferimento alla comprensione dei fenomeni sociali, psicologici, cognitivi, relazionali e affettivi sottesi all’uso più o meno consapevole dei nuovi media nella didattica e a supporto della didattica.
La scuola soffre da sempre della tendenza ad una didattica eccessivamente trasmissiva e troppo imperniata sul registro verbale, come mettono in evidenza anche recenti indagini del Ministero dell’Istruzione. Al contario è proprio nel campo dell’insegnamento della tecnologia che sono maturati alcuni dei frutti più significativi del processo di ammodernamento della didattica nella direzione di una maggiore partecipazione e di un maggiore coinvolgimento: ciò è avvenuto grazie al contributo e al lavoro di studiosi che, come Maria Famiglietti, hanno dedicato la vita alla messa a punto di metodologie semplici ma efficaci per la comunicazione, la rielaborazione, la costruzione di ogni tipo di sapere. Inserirti in questa tradizione culturale e metodologica e prendere parte a questo processo che ha saputo attualizzare i migliori insegnamenti dei più importanti filoni pedagogici degli ultmi due secoli, ti consentirà di portare nella scuola uno stile didattico consapevole, maturo, rispettoso della persona, sensibile alla diversità, ancorato all’esperienza, attento alle diverse forme di intelligenza. E di affinare via via l’arte di insegnare, non solo la tecnologia.
Lo sguardo sul mondo del lavoro e delle professioni, da sempre una ricchezza particolare dell’insegnamento tecnologico, richiede oggi una rinnovata intensità e una particolare attenzione, stanti i mutamenti profondi che interessano in questa nostra epoca sia il tipo che l’entità delle attività lavorative, anche in relazione al crescente ruolo svolto dall’automazione, dalla robotica, dall’informatica, dalle telecomunicazioni. In quanto esperto della tecnologia e dei processi sociali e culturali ad essa riferibili, potrai contribuire all’intensificarsi degli scambi tra mondo scolastico e mondo del lavoro, promuovendo e valorizzando dentro e fuori la scuola i migliori frutti di una tradizione pedagogica che ha riconosciuto in ogni attività lavorativa elementi formativi di fondamentale importanza; partecipando in tal modo, attraverso una didattica attiva, orientativa e ri-orientativa, al contrasto della dispersione scolastica, vera piaga della nostra società.
A livello disciplinare, soprattutto nella scuola media, si attende da tempo una tanto naturale quanto inedita alleanza culturale tra insegnanti di scienze e insegnanti di tecnologia. Affinchè l’asse culturale scientifico-tecnologico, che grande importanza ha nel processo di ammodernamento del nostro sistema scolastico (e, fatto non secondario, nella ripresa del nostro intero ‘sistema paese’), possa rafforzarsi e tradursi in efficace motore culturale del curricolo scolastico, occorre una nuova collaborazione tra studiosi e insegnanti afferenti alle diverse materie scolastiche ma anche affini nelle modalità e negli stili di pensiero come nell’approccio rigoroso e razionale ai problemi. Collaborazione dalla quale non può che scaturire una riflessione epistemologica capace di sostenere la presenza e il funzionamento di gruppi disciplinari di area scientifico-tecnologica all’interno delle scuole e dare conto di quella che nella società è ormai una vera e propria simbiosi tra attività di tipo scientifco e di tipo tecnologico, e che è alla base della diffusione del termine e dell’idea di ‘tecnoscienza’.
Per concludere, è tempo che gli insegnanti di tecnologia, pur ridotti nel numero e provati nella motivazione da scelte politiche spesso ottuse o ispirate ad una distorta comprensione del vero ruolo della tecnologia nella scuola, riscoprano l’importanza e la responsabilità del proprio ruolo e si impegnino con decisione in nuove forme di collaborazione e di reciproco sostegno sfruttando le associazioni professionali, disciplinari, culturali (come ANITEC) o altre istituzioni (come gli ordini professionali, gli istituti di ricerca, gli enti culturali, ecc), in modo da rafforzare i loro legami e progettare insieme iniziative di cui il mondo scolastico e tutta la società hanno estremo, quando non disperato, bisogno.
Buona Vita e Buon Lavoro
Marco Pedrelli (marco.pedrelli@gmail.com)
ANITEC (www.insegnamentotecnologia.org)