citazioni da:
Evandro Agazzi, "Il bene, il male e la scienza - le dimensioni etiche dell'impresa scientifico-tecnologica", Rusconi (1992)
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“L’idea greca di *tecne* esprime l’esigenza di una consapevolezza teorica che, per così dire, viene a *giustificare* concettualmente un sapere pratico che si è già costituito per via empirica. Essa lo consolida e ne permette una certa estensione - grazie alla generalità che inerisce al sapere teorico - ma non è destinata a *produrre* nuovo saper-fare, e neppure a migliorarne l’efficacia operativa. Si può dire che dietro la ricerca del perchè che caratterizza la *tecne* sta la medesima esigenza *contemplativa* che caratterizza l’*episteme*, ossia un’esigenza di intelleggibilità assai più che una esigenza di efficacia. Tutto ciò si inquadra in quella concezione contemplativa e *disinteressata* del sapere che ci è attestata dalle pagine dei pensatori non meno che da episodi e aneddoti tramandatici dalla tradizione: l’idea di un sapere che debba esser messo *al servizio* della pratica è estranea alla sensibilità culturale classica, anche se nel concreto le eccezioni non sono mancate (si pensi agli aspetti ‘ingegneristici’ dell’opera di Archimede o di Eratostene).” (Agazzi, p.78)
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“Finalmente, la nuova scienza fornisce quella messe di conoscenze dettagliate e precise che consentono di realizzare per davvero il programma di un sapere di tal genere, ossia un sapere che non si accontenta di *spiegare* i successi empirici di pratiche o di strumenti, ma di *progettare* strumenti e pratiche del tutto nuovi, non ancora sperimentati e addirittura tutti da inventare. L’applicazione della conoscenza scientifica alla soluzione di un problema concreto consiste tipicamente nella progrttazione e costruzione di un artefatto (ossia di una *macchina* intesa in senso lato), di cui si sa già come e perchè funzionerà, in quanto la si è progettata utilizzando delle conoscenze teoriche, oltre che pratiche, già disponibili. In questo passo consiste la fondazione della *tecnologia*, come qualcosa che per un verso si iscrive nell’ambito della tecnica, ma per altro verso vi si caratterizza per queste ben precise note specifiche.” (Agazzi, p.79)
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